domenica 13 ottobre 2013

LETT - Ugo Foscolo

In queste ultime lezioni di letteratura, abbiamo studiato la vita, le opere e le tematiche delle poesie di Ugo Foscolo.
Molti di voi hanno compreso fin da subito il significato dei versi della poesia "A Zacinto" e fatto l'analisi del testo.

Nelle prossime lezioni, commenteremo la poesia "In morte del fratello Giovanni", che reciterete poi a memoria davanti ai vostri compagni.


IN MORTE DEL FRATELLO GIOVANNI
Parafrasi
Un dì, s’io non andrò sempre fuggendo
Di gente in gente, mi vedrai seduto
Su la tua pietra, o fratel mio, gemendo
Il fior de’ tuoi gentili anni caduto.
La madre or sol, suo dì tardo traendo,
parla di me col tuo cenere muto:
ma io delusea voi le palme tendo;
e che se da lunge i miei tetti saluto,
sento gli avversi Numi, e le secrete
cure che al viver tuo furon tempesta,
e prego anch’io nel tuo porto quiete.
Questo di tanta speme oggi mi resta!
Straniere genti, l’ossa mia rendete
Al petto della madre mesta.
Un giorno, se io non andrò sempre spostandomi in esilio, mi vedrai seduto sulla tua tomba, o mio fratello, a piangere la tua gentile giovinezza troncata nel suo fiorire dalla morte.
 
Ora solo la madre, trascinando la propria vecchiaia, parla di me alle tue spoglie mute. Ma io non posso che tendere a voi inutilmente le mani e salutare solo da lontano la mia casa,
 
Sento gli dei ostili e gli affanni interiori che sconvolsero la tua vita, e invoco anche io la pace della morte.
 
Fra tante speranze questa sola mi resta! Gente straniera, rendete le mie spoglie alle braccia dell’ addolorata madre

Per ripassare la vita e le opere di Foscolo, potete svolgere questo test on line:


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